Sarà lo spunto per riflettere su temi che ci stanno a cuore:
- Esiste una bellezza universale nell’opera d’arte?
- Come si concilia con la storia e con le nostre percezioni soggettive?
- Come Giotto affronta i canoni del suo tempo in rapporto alle sue necessità espressive?
- Cosa rimane di tutto ciò oggi? Cosa si offre alla nostra percezione dell’opera d’arte?
In un’epoca dove l’arte viene letta quasi solo attraverso la storia e le analisi scientifiche dei linguaggi espressivi, davanti alle grandi opere del passato, ci si interroga da quale sapienza sia nata tanta magnificenza, che colpisce ancora oggi i nostri sensi.
Cercheremo di scoprire i segreti dell’opera d’arte colti alla sua origine, dove nelle botteghe, sotto la guida dei maestri, si tenevano vive specifiche tecniche e procedimenti, per realizzare quella bellezza, di cui ci sembra di non avere più le coordinate, ma che ha ancora una segreta relazione con una profonda sensibilità umana, al di là dello spazio e del tempo, che occorre imparare a riattivare.
L’opera d’arte diventa così quel ponte che collega il passato al presente, ma spinge anche la nostra sensibilità interiore a immergersi nell’avventura delle forme concrete, delle materie e dei colori che costituiscono il linguaggio espressivo.
La partecipazione all’incontro è gratuita.