La pandemia in atto ci segnala che lo sconvolgimento della nostra Madre Terra (terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, inquinamento, etc.) e la disumanità dilagante (femminicidi, mafia, bande giovanili, traffico di droghe, arrivismo al potere, danaro come nuova divinità, etc.), ci mostrano un’umanità che ha perso ogni valore del divenire presenza storica nel mondo nella conquista del senso di responsabilità verso i bisogni profondi del nostro tempo.
E noi come rimediamo a questa fine del mondo? Qual è il nostro compito?
Quale occasione migliore nel ripercorrere come i nostri antenati, i fondatori dell’umanità, hanno vissuto la creazione del cosmo e sono divenuti creatori di realtà umana?
Proponiamo la ricerca sulle sorgenti del linguaggio artistico primitivo su questi temi:
- L’incontro con il mistero delle prime forme d’arte rivelanti il segreto dei riti d’iniziazione dell’uomo alle origini. Lo sciamano-artista ci guiderà, nella discesa alle “grotte santuario”, nel dischiudere lo “spazio mitico” sottratto al tempo-spazio quotidiano.
- Il contatto con gli antichissimi rituali dei Pigmei, i “primi uomini”, per ritrovare l’unità perduta nella “caduta” dall’Eden.
- La rivelazione delle pitture rupestri dei Boscimani quale luogo d’incontro della vita celeste con la vita terrena. Perciò essi affermano: “Le ossa degli animali uccisi non devono essere rotte, altrimenti si spegne la luce del cielo stellato!”.
Sono stati utilizzati per la ricerca i seguenti testi:
- Herbert Kühn in “L’alba dell’umanità” – Ed. Martello 1959
- H. Breuil in “L’età della pietra” – ed. Il Saggiatore 1960
- Gianni Roghi in “I selvaggi” – Ed De Donato 1967
- Colin Turnbull in “I Pigmei – Il popolo della foresta” Ed. Rusconi 1979
- Leo Frobenius in “Storia delle civiltà africane” – Ed. Boringhieri 1964
- Erik Holm in “Arte rupestre Sud-Africane in Età della pietra” Ed. Il Saggiatore 1960.